Fin dai tempi più antichi, durante il giorno dedicato al patrono di Firenze, la sera in città si svolgevano i fuochi d'allegrezza, cioè piccoli o grandi falò di scope a cui era dato fuoco. Numerosi erano i focolai che divampavano in città: sulle porte della cinta muraria, sulle torri, sulle vie, nelle piazze, sulla torre di Palazzo Vecchio, ma anche sulle colline che circondavano la città. Purtroppo molto spesso capitava che i fuochi di allegrezza si trasformassero in fuochi di disperazione poichè le fiamme divampavano e si sviluppavano numerosi incendi in contemporanea.
Dal XIV secolo ci fu l'introduzione della polvere pirotecnica e Firenze la iniziò ad usare con lo scopo di gioia e letizia, sostituendo i rudimentali falò della città. I fuochi artigianali si fabbricavano riempiendo dei cartocci di varia forma con miscele di polvere da sparo, clorato di potassio, salnitro e sali e potevano esplodere o bruciare più o meno lentamente con fiamme colorate.
I cartocci potevano essere fissi, con getti di scintille sul posto, o mobili, cioè montati su ruote che giravano, o aerei, cioè che esplodevano in aria.
I fuochi avevano luogo in piazza della Signoria fino al 1826 quando il granduca Leopoldo II ordinò che da lì in avanti venissero effettuati sull'Arno.
Un affresco dentro Palazzo Vecchio raffigura piazza della Signoria durante un festeggiamento di San Giovanni nel '500. La piazza, decorata da un pavimento di cotto e popolata da numerosi fiorentini in festa, è raffigurata secondo una veduta dall'alto. Numerosi sono gli edifici che si riconoscono: a destra Palazzo Vecchio con una torre di dimensione minore rispetto alla realtà; al centro la Loggia dei Lanzi; mentre a destra la Loggia dei Pisani. Inoltre, è possibile riconoscere anche alcune delle statue che decorano tutt'oggi l'area del potere politico fiorentino: partendo da sinistra si nota il Marzocco, il David, Ercole e Caco e la statua di Giuditta ed Oloferne, oggi collocata davanti a Palazzo Vecchio mentre nell'affresco è raffigurata sotto la Loggia dei Lanzi. Questo capolavoro è una delle poche testimonianze di Piazza della Signoria senza la Galleria degli Uffizi, infatti nel lato sinistro di Palazzo Vecchio si può notare la piccola chiesa di San Piescheraggio, edificio religioso che fu inglobato, ed in gran parte distrutto, nel museo fiorentino più conosciuto al mondo.
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