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Immagine del redattoreTre passi per Firenze

Tre capolavori di Brunelleschi: la cupola

Ancora oggi molti studiosi si interrogano su come Brunelleschi sia riuscito a creare una struttura così solida da arrivare fino ai giorni nostri. Purtroppo non abbiamo tracce del progetto originario a causa della sua costante paura di essere spiato, soprattutto dal suo acerrimo nemico Ghiberti.

Nell’originario progetto di Arnolfo di Cambio per il Duomo non era previsto il tamburo, ma, dopo la morte dell’architetto, nel 1351 Francesco Talenti subentrò ai lavori e, oltre ad ampliare la zona del coro e del tricoro, alzò un tamburo di 17 metri sopra la quota della navata e ingrandì l'ottagono della cupola, lasciando un vuoto molto ampio per la realizzazione della cupola.


Questo grande spazio, con diametro interno di circa 46 metri, fu colmato solo con il concorso indetto dall’Opera del Duomo di Firenze il 19 agosto 1418. Questa gara fu vinta in exequo da Brunelleschi e da Ghiberti. I due iniziarono a lavorare insieme, ma dato che Brunelleschi voleva estromettere Ghiberti si finse malato lasciandolo da solo nel cantiere a risolvere gli enormi problemi di costruzione ed egli, non essendo in grado di assolvere al compito assegnatogli, fu estromesso dal progetto, lasciando finalmente solo Brunelleschi al comando.

Come precedentemente citato il diametro da ricoprire era molto ampio e fino ad allora tutte le cupole realizzate avevano un'armatura in legno composte da centine, ma in questo caso non era una soluzione possibile perché sui monti fiorentini non si aveva una tale disponibilità di legna per coprire questo spazio così grande. Di conseguenza, si doveva inventare un sistema nuovo.  


Brunelleschi crea ben 2 cupole, una dentro l'altra, collegate a intervalli regolari tra loro per garantire l'autoportanza di entrambe le calotte e separate da un’intercapedine che permetteva di proteggere la cupola interna dall’umidità. La struttura brunelleschiana è leggera perché non grava sui muri, ma le due cupole si innalzano e si autoportano in parallelo attraverso un sistema di mattoni verticali ed orizzontali disposti a lisca di pesce, riprendendo la tecnica romana dell’opus spicatum. I mattoni sono disposti in modo perfettamente parallelo al piano di punta, ma leggermente inclinati, così da creare una curva molle o blanda, ovvero un ulteriore accorgimento che rende la cupola maggiormente stabile e solida perché tutti i punti del perimetro si comportano allo stesso modo. Brunelleschi realizza una cupola a rotazione, cioè i mattoni sono inclinati verso il loro centro di curvatura e giacciono su superfici coniche. Potremmo paragonare la cupola alla punta di una matita, infatti tutte le facce si leggono come delle curve. Brunelleschi scelse ogni singolo mattone, esclusivamente del cotto dell'Impruneta, per un totale di circa 4 000 000 elementi.

La curvatura della cupola, a quinto di sesto acuto, rappresentava un momento cruciale perché bisognava aspettare il tempo di presa della malta (12 h) altrimenti si rischiava lo scivolamento di mattoni.

 

Le calotte in mattone sono collegate tra loro da 8 costoloni in pietra bianca e da 16 costole più piccole, due ogni spicchio di vela, costruite direttamente all’interno e quindi invisibili esternamente. Inoltre, i costoloni esterni e quelli interni sono tenuti insieme da una sequenza di anelli in muratura disposti in modo parallelo rispetto al piano della cupola. La struttura si conclude con un anello di chiusura. Inoltre, Brunelleschi per ottenere una maggiore sicurezza nel tricoro decide di costruire delle tribune morte, così da irrobustire la base.


Nel 1442 la cupola è completata.


Brunelleschi era molto attento all'organizzazione del cantiere: aveva posizionato alla quota del tamburo delle impalcature e montato delle osterie e dei punti di stazionamento notturni, in modo da evitare la continua salita e discesa degli operai. Per quanto riguarda il passaggio del materiale, al centro dell'ottagono aveva collocato una grande gru, mossa da moto animale, che permetteva la movimentazione saliscendi del marmo e del cotto. Negli anni del cantiere non filò tutto liscio. Per la prima volta nella storia i lavoratori fiorentini organizzarono uno sciopero che Brunelleschi riuscì a sedare minacciando gli operai di chiamare maestranze lombarde.

La lanterna fu posizionata nel 1461 ed aveva una funzione statica poiché appesantiva le vele e conferiva stabilità all’edificio, bloccando le forze centrifughe che altrimenti sarebbero esplose.  L’opera fu portata a termine da Michelozzo e da Manetti, a causa della morte del Brunelleschi nel 1446.


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3 commentaires


arkmricci
11 mai

Aggiungo che nei disegni da Lei pubblicati, presi da opere di studiosi del passato (come Sanpaolesi) ci sono dei grossolani ERRORI "!

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Tre passi per Firenze
Tre passi per Firenze
11 mai
En réponse à

Buongiorno Prof Ricci, saremo contente di conoscere maggiori dettagli esplicativi da lei.

Per quanto riguarda le informazioni e le foto sono state tratte da due corsi universitari dell'Università di Firenze, tenuti da due docenti di ruolo rinomati, uno svolto nel 2018 ed uno svolto nel 2023.

Rimaniamo a completa disposizione qualora volesse aggiungere ulteriori informazioni ed incrementare le nozioni descritte.

La ringraziamo per eventuali specifiche

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arkmricci
11 mai

Sono il prof.Massimo Ricci e la consiglio di documentarsi meglio, specialmente consultando le opere di chi, come il sottoscritto, studia la Cupola da quasi 50 anni ed ha trovato e verificato (e pubbblicato) il sistema di costruzione utilizzato da Brunelleschi. Producendo anche un modello della Cupola in scala 1:5 che sta nel Parco dell'Anconella a Firenze che tutti possono visitare....

Il mio ultimo libro si chiama : "Il genio di Brunelleschi e la costruzione della Cupola di Santa Maria del Fiore". anno 2014

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