Rina Cecchi, grande e importante imprenditrice nonché artista, che nacque e morì a Sesto Fiorentino all'età di 93 anni. Era una donna vanitosa, amava indossava sempre tacchi a spillo e mai ciabatte (anche all'età di 90 anni!), e appassionata della moda, riuscì a riprodurre un gilè stile sardo che aveva visto alla Fiera Campionaria di Milano con la sua macchina da cucire Cornelly e fu talmente tanto un successo che riuscì ad esportarlo a Montevideo in Uruguay.
Grazie alla sua passione per il ricamo e alla lavorazione del pannolenci riuscì a comprare un fondo in via Matteotti, nel centro storico di Sesto Fiorentino, dove aprì il suo negozio dal nome “Arte e Lavoro” perché vendeva anche articoli di merceria e profumeria. Riuscì ad acquistare ben 10 macchine da cucire, ognuna con una destinazione ed un uso diverso, infatti c'era quella per ricamare, quella per il giornino, due per cucire, una per fare maglieria ed una per confezionare le pellicce. Faceva lavori di sartoria come cuffiette per i neonati, pieghettava le gonne a mano, era abile anche nel fare i jabot di organdis, le calze della befana, ma anche nel lavorare la paglia per creare cappelli che poi venivano venduti al Mercato del Porcellino a Firenze. La sua più grande passione erano i costumi di Carnevale, grazie al costume da torero in velluto verde ricamato per il nipote ottenne addirittura un premio a Firenze. Grazie alla sua vasta produzione di articoli diede da lavoro a numerose donne sestesi, le quali le furono sempre molto riconoscenti.
Rina era una donna definita "speciale" dai suoi concittadini, infatti oltre ad avere passioni in più campi come letteratura, tradusse molti libri famosi dal latino al volgare per farli comprendere ai suoi concittadini, come la musica o come la poesia, scrisse dei versi che aveva raccolto in un libretto intitolato “Canti di primavera”. Fu definita la donna dal "cuore d'oro" perchè sempre pronta a schierarsi dalla parte dei più deboli e a lottare insieme a loro ingiustizie e sopraffazioni. Possiamo considerare Rina come la prima donna socialista sestese, ma nel senso del reale significato del termine perchè in realtà non si iscrisse mai a nessun partito. Si dichiarava apertamente come un'antifasciasta e questo la portò ad essere vittima di numerose ritorsioni, cronache del tempo ricordano che un giorno trovò la facciata del suo negozio imbrattata dalla scritta "Rina, vecchia strega, ti taglierem la lingua” con a fianco della scritta le immagini di un manganello e di un teschio. Ma lei da grande donna quale era continuò a portare avanti le sue battaglie e continuò ad aiutare i più deboli fino agli ultimi momenti della sua vita.
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