Girolamo Savonarola è stato uno dei protagonisti della storia fiorentina sul finire del quindicesimo secolo. Ferrarese di nascita, frate domenicano, arriva a Firenze e diviene priore del convento di San Marco. Predica il ritorno ad una chiesa pura e si scaglia contro la corruzione dei costumi che vede protagonisti la famiglia Medici, primo fra tutti Lorenzo il Magnifico. Grande oratore, il Savonarola avrà il consenso di gran parte della popolazione, tanto da instaurare una Repubblica detta Savonaroliana dal 1494 al 1498. Famosi i roghi delle vanità, piccoli falò in cui si bruciavano oggetti considerati tentazioni terrene, quadri, mobili, arredi di valore.
Il tempo delle prediche del frate domenicano si esaurisce nel momento stesso in cui Alessandro VI Borgia diviene Papa. Savonarola verrà scomunicato e condannato al rogo.
Il 23 maggio 1498 viene impiccato ed arso al rogo con due confratelli in Piazza della Signoria, nel punto in cui oggi troviamo una lapide circolare, a pochi passi dalla fontana del Nettuno.
Una solenne cerimonia chiamata "Fiorita", durante la quale vengono sparsi petali di rose sulla lapide, ricorda ogni anno la morte del frate predicatore.
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